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Il programma di riabilitazione

Il programma della Comunità Exodus di Cassino è costituito dall’insieme delle attività educative, terapeutiche, sociali e culturali finalizzate alla riabilitazione complessiva della persona, al superamento della sua condizione di disagio, all’acquisizione di competenze relazionali, al suo pieno reinserimento nella società.

Prima fase (dall’ingresso al 3° mese di permanenza)

Accoglienza

E’ il periodo in cui il giovane è alla ricerca di “qualche cosa” di alternativo alla droga. In questo primo periodo in cui il giovane ricerca la comunità, probabilmente senza averne un’idea precisa, è importante far scoprire la capacità ad impegnarsi liberamente; far scoprire la disponibilità ad accettare una comunità e le sue regole; proporre una partecipazione attiva e costante al lavoro di gruppo; utilizzare lo strumento del dialogo come luogo di verità e non di falsità, come mezzo per aprirsi; far nascere un clima di fiducia.

Gli obiettivi di questa fase sono:

  • Accettare la comunità e le sue regole
  • Partecipare attivamente e con costanza al lavoro di gruppo
  • Utilizzare il dialogo come strumento per aprirsi e fidarsi

Il giovane in questo periodo è oggetto di osservazione da parte dell’équipe educativa e di una valutazione psico-attitudinale da parte degli psicologi. In seguito viene redatta la scheda personale ed è chiesto al giovane di fare una autovalutazione che si confronterà con la valutazione dell’équipe e servirà a valutare l’eventuale passaggio alla fase successiva.

Risultati attesi

Presa in carico del giovane, eventuale trattamento farmacologico di sostegno all’astinenza, comprensione ed accettazione della proposta educativa e delle regole della comunità, acquisizione delle buone abitudini della convivenza, del rispetto, dell’obbedienza.

Maturazione delle motivazioni necessarie per condividere e collaborare attivamente alla realizzazione degli obiettivi del programma.

Seconda fase (dal 4° al 9° mese di permanenza)

Consapevolezza

In questo periodo il giovane è stimolato a scoprire le proprie capacità, le proprie energie, la comunità con le attività, le regole, i ritmi, ecc. L’equipe aiuterà il giovane a scoprire il significato della comunità; a sviluppare uno spirito di osservazione; a sviluppare la capacità di comunicare ciò che si prova e che si osserva; ad avviare uno stretto rapporto personale di autovalutazione; ad attribuire valore al proprio corpo (alimentazione, salute, ecc.); ad assumere ritmi personali costanti; a scoprire i punti forti e deboli della personalità attraverso la compilazione e la discussione della scheda di autovalutazione.

Gli obiettivi di questa fase sono:

  • interiorizzare il significato di ciascun elemento di osservazione e valutazione;
  • comprendere che il proprio comportamento è il frutto dell’interazione di diversi elementi (motivazione, applicazione, attitudini…);
  • partecipare attivamente alla vita di comunità rendendosi utile;
  • dimostrare di sapersi assumere alcuni incarichi ad impegno crescente;
  • apprendere le norme elementari della vita all’aperto sapendole mettere in pratica;
  • assumersi obiettivi concreti all’interno di ogni area di riferimento.

Risultati attesi

Presa di coscienza nel giovane dei vari aspetti della propria personalità (aspetto fisico, intellettuale, estetico, morale, creativo) e sviluppo di tali aspetti nella prospettiva di una crescita armonica di tutta la persona.

Riscoperta delle proprie potenzialità psicofisiche, confronto con gli altri e con la realtà, imparare a proporsi delle mete ed elaborare un programma per raggiungerle con costanza, regolarità, allenamento. Sperimentazione della gratificazione data dal lavoro e dagli impegni portati a termine, vivere occasioni concrete di autonomia, di responsabilità e di scelta.

Terza fase (dal 10° al 18° mese di permanenza)

Rafforzamento

Dopo un periodo di ricerca e di scoperta si giunge al consolidamento degli obiettivi sin qui raggiunti e ad un momento in cui si richiede al giovane un impegno personale e uno spirito di iniziativa all’interno della comunità. L’equipe stimolerà il giovane a vivere responsabilmente il suo ruolo all’interno della comunità; a sviluppare un senso critico e uno spirito di iniziativa e di responsabilità personale; a consolidare le buone abitudini; ad acquisire delle solide capacità pratiche avviando possibilmente una formazione di tipo professionale; ad apprezzare la vita all’aperto; a sperimentare l’obbedienza; a progettare e realizzare “esperienze forti”.

Gli obiettivi di questa fase sono:

  • dimostrarsi capace di formulare e realizzare alcuni obiettivi personali nella comunità;
  • assolvere con capacità ed autonomia un incarico personale continuato e di fiducia nelle attività;
  • partecipare all’allestimento di manifestazioni teatrali, musicali, sportive acquisendo competenza e specializzazione;
  • dimostrare uno spirito di altruismo;
  • partecipare attivamente ai momenti di verifica sia individuale che collettiva.

Risultati attesi

Consapevolezza del proprio ruolo nel gruppo, utilizzo del dialogo con sincerità e chiarezza, utilizzo del tempo libero, capacità di autovalutazione e progettazione del proprio futuro, accettazione di sé, senso critico e spirito d’iniziativa, metodo e costanza negli impegni, elaborazione di una propria scala di valori e di priorità.

Quarta fase (dal 19° al 24° mese di permanenza)

Reinserimento

Uno dei problemi più gravi che un ex tossicodipendente deve affrontare al suo rientro nella società è l’impegno del tempo. Al momento della partenza (per la comunità) non aveva amici perché i “giri” che frequentava erano in funzione della droga, del suo approvvigionamento, del suo consumo. La sua vita di relazione era perciò caratterizzata da momenti di aggregazione fortemente a-sociali, se non addirittura anti-sociali. Inoltre non bisogna cadere nell’illusione di una rapida sistemazione lavorativa. La maggior parte di essi ha precedenti penali più o meno pesanti che non favoriscono certo il collocamento al lavoro, data anche la massiccia disoccupazione giovanile e la richiesta di livelli di qualificazione crescenti.

Il reinserimento è una fase molto delicata ed è sempre presente il rischio di avviare programmi di reinserimento prematuri o addirittura artificiali. Più che mai in questi ultimi 6 mesi che lo accompagneranno alla “partenza” dalla comunità è fondamentale elaborare un progetto educativo che sia individualizzato e la cui durata stessa sarà variabile in quanto ogni ragazzo ha tempi propri per costruire la propria autonomia dal gruppo. Il progetto viene elaborato con gli educatori e condiviso con tutta la comunità. Gli educatori, a stretto contatto con le famiglie dei ragazzi, verificano la fattibilità e le eventuali difficoltà che tale progetto comporta.

Il progetto relativo al reinserimento è globale e riguarda i seguenti ambiti: Famiglia, volontariato, formazione professionale e lavoro, tempo libero.

Tale fase è suddivisa in 3 tappe evolutive che permettono al soggetto il graduale passaggio dalla dimensione residenziale al reinserimento nel contesto sociale. I progressi maturati ed i cambiamenti ottenuti offrono la base su cui progettare il processo di autonomia del soggetto fino alla partenza/distacco dalla comunità.

Prima tappa

Autonomia


I bisogni da tenere presenti sono: la riabilitazione rispetto alla propria rete familiare e sociale; il “riscatto” della propria identità di ex-tossicodipendente; l’elaborazione dell’ansia legata al timore del confronto con le trasformazioni verificatesi nella propria personalità e le trasformazioni avvenute nel frattempo negli “agenti” della realtà esterna; la costruzione di un’immagine più solida della propria identità; la costruzione di un progetto di vita più adeguato ai propri bisogni; la gestione delle proprie risorse: tempo, denaro, abilità; trovare un maggiore equilibrio nella gestione dei propri limiti.

Obiettivi:

  • perfezionamento ed ampliamento delle abilità, individuate nel percorso precedente, su mansioni e funzioni di responsabilità all’interno della Comunità;
  • attuazione del progetto personale su aree diverse: lavoro, tempo libero, famiglia, rete amicale.

Modalità:
Viene mantenuta la frequenza alle attività comunitarie con l’affiancamento per i primi mesi ad alcuni responsabili di settore e su attività ricreative. Si prevede la prosecuzione di alcune attività da svolgere all’esterno della Comunità che possono riguardare: scuole, corsi professionali, patente di guida. Si avvierà la ricerca di una occupazione lavorativa. All’inizio questa potrà occupare un numero limitato di giorni che man mano verrà ampliato. Viene aumentata la frequenza delle uscite per consentire una maggiore sperimentazione ed integrazione con il contesto familiare e sociale. Sono previsti degli incontri per il gruppo di fase e la possibilità di effettuare colloqui individuali quando necessario. Il gruppo di fase è suddiviso in due moduli, centrati, il primo sulla gestione delle risorse collegate al tempo ed al denaro, il secondo sulla frequentazione della propria rete amicale ed affettiva si verificherà il passaggio o meno alla fase successiva. La gestione del denaro (entrate e spese) e del risparmio è inizialmente controllata con una rendicontazione scritta e giustificata che nel tempo si trasforma in un semplice foglio di registrazione delle entrate e delle uscite.

Risultati attesi:

  • Interiorizzazione di uno stile di vita responsabile;
  • Punto di riferimento per gli ospiti delle fasi precedenti;
  • Attivazione autonoma di attività lavorative e/o scolastiche;
  • Attivazione di relazioni significative all’interno della propria rete;
  • Elaborazione dei nodi problematici più significativi e reperimento di strategie diverse nell’ambito familiare.

Seconda tappa

Autogestione

Bisogni da tenere presenti sono: riorganizzare una vita sempre più fondata su bisogni, modalità e regole individuali, anziché collettive; il consolidamento del proprio progetto di vita e proiezione sempre più accentuata verso l’esterno.

Obiettivi:

  • definizione chiara delle aree di autonomia da realizzare alla fine del percorso comunitario (lavoro, abitazione);
  • avvio del distacco fisico ed emotivo dalla Comunità;
  • maggiore sperimentazione e confronto con la realtà esterna e con le sue regole.

Modalità:
Proseguimento delle attività iniziate nella tappa precedente con alcune varianti qualitative e quantitative: consolidamento della propria posizione lavorativa; nella gestione del denaro diminuisce la valenza del controllo e si va sempre più verso la dimensione della previsione e verifica. All’inizio si utilizza un prospetto per aree di spesa ed al termine preventivi e verifiche. Si prevede una collocazione abitativa distaccata dalla struttura madre insieme agli ospiti della stessa fase e sperimentazione quindi della gestione autonoma del proprio mantenimento; autonomia di entrata o uscita dalla Comunità per attività lavorative e del tempo libero; distacco da impegni legati al funzionamento della struttura, permanendo il ruolo dell’“ospite anziano” in momenti di necessità o di attività lavorative organizzate.

Terza tappa

Partenza

Bisogni da tenere presenti sono: ricercare nuovi equilibri, nuove sicurezze, nuove risposte ai bisogni; attivare sistemi e strategie di autoprotezione nei momenti di difficoltà.

Obiettivi:

  • elaborare la separazione dalla Comunità;
  • integrazione nell’ambiente sociale e lavorativo;
  • gestione autonoma della propria vita.

Modalità:
Il giovane partecipa periodicamente al gruppo di fase e richiede colloqui individuali su richiesta specifica; colloqui di valutazione in comunità; riferimento ed aiuto, in situazioni particolari, nei confronti degli ospiti nelle fasi precedenti di programma.