Successo di pubblico per l’Exodus Open Day a Cassino
Io non credevo alla comunit?. Quando ero fuori pensavo che smettere con la droga sarebbe stato facile. E invece non era cos?. Qui ho trovato gli strumenti giusti che mi hanno fatto comprendere il valore della famiglia e dell’amore…
Giovanni ha 21 anni. Da gennaio 2013 ? ospite della Cascina Exodus di Cassino. Un passato difficile che cerca di lasciarsi alle spalle. Originario della Colombia, a tre anni viene abbandonato dai genitori biologici in un orfanotrofio. Un’infanzia brutta fino all’et? di 7 anni. Poi per lui arriva l’adozione da parte di una famiglia siciliana. La vita sembra andare per il verso giusto. Purtroppo, non ? cos?. Le paure, le insicurezze dovute all’abbandono e agli anni trascorsi in orfanotrofio pesano tanto. Ecco che cadere nel vortice della droga non ?, poi, difficile. ?La droga era la soluzione al mio disagio? racconta Giovanni. Una sofferenza che gli apre anche le porte del carcere.
E’ a questo punto che accetta di entrare in comunit? per curarsi.
Oggi, Giovanni ? prossimo al conseguimento del diploma di geometra, ma ? anche un bravissimo pizzaiolo. La sua storia ? comune a quella di centinaia di ragazzi.
Giovanni ha accettato di raccontare la sua esperienza in occasione della festa per il 25? compleanno della comunit? fondata da don Antonio Mazzi. A tracciare il bilancio ? Luigi Maccaro, responsabile della sede. Tutto inizia nel 1990, sei anni dopo la nascita del-
la Fondazione Exodus, quando una carovana di giovani arriva a Montecassino. L’Abate Bernardo D’Onorio chiede a don Mazzi di aprire una casa di recupero a Cassino. Offre la sede in localit? S. Pasquale. ?La storia di Exodus a Cassino- dice Maccaro – pu? essere riassunta per decenni. Nel primo abbiamo organizzato la comunit? e il rapporto con il territorio. Nel?secondo decennio, con la nascita della cooperativa Kelle Terre, abbiamo sviluppato programmi di reinserimeno socio lavorativi effettuati dalla comunit??. I ragazzi sono impegnati nella manutenzione del verde pubblico, nel trasporto disabili svolto per l’Ateneo di Cassino, la Fattoria didattica e il centro per disabili. ?In questo terzo decennio – conclude Maccaro – la nostra nuova identit? scaturir? dal rapporto con il territorio?. Nella sede, che ospita 20 giovani con esperienze di dipendenza da droghe, alcool e gioco d’azzardo, lavorano 19 operatori e 20 volontari.
Elena Pittiglio