Il voto dei cattolici
Con l’avvicinarsi della campagna elettorale, politologi della prima e dell’ultima ora si affannano a cercare di interpretare gli orientamenti del voto cattolico, gli interventi delle gerarchie ecclesiastiche, i sermoni dei parroci nelle chiese. Come votano i cattolici? E soprattutto: come intercettare il voto dei cattolici? Questo secondo interrogativo arrovella le menti dei politici di centrodestra, di centro e di centrosinistra.?
Alle amministrative parte pure la corsa ad inserire nelle liste questo o quello perch? hanno “aderenze” nel mondo ecclesiale. Poi, quando si ha un Vescovo come il nostro, uno che le cose non le manda a dire, c’? anche sui giornali un’ossequienza eccessiva, a volte leziosa.
Ma ? bene sapere che i “baciapile” non fanno un gran servizio alla Chiesa. Voler bene alla Chiesa non significa chiudere gli occhi e staccare il cervello. Cos? come non si pu? pensare di usare la Chiesa e i Valori che essa promuove per difendere chi oggi sta al potere.
Bisogna dire chiaramente che chi a parole difende la Famiglia e poi non compie nessun atto concreto per sostenerne l’esistenza, anzi, magari nei comportamenti privati testimonia l’esatto contrario di quello che dice, deve dimettersi dagli incarichi istituzionali.
Le nostre citt? sono sempre pi? le citt? degli intrighi, degli interessi, delle politiche sbagliate, degli egoismi, ma i cristiani non vogliono, ne’ possono diventare il cerotto della politica per la campagna elettorale. Anzi,?il voto dei cristiani si esprime meglio fuori dalle urne.
Il problema dei cristiani dovrebbe essere come trasformare le citt? degli interessi in citt? della gioia, come riscoprire la gioia di sentirsi una comunit?, condividendo le strategie politiche, quelle educative, quelle del tempo libero, quelle sulla famiglia.