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Il ritmo dei passi

In troppi hanno rinunciato al proprio ruolo

In troppi hanno rinunciato al proprio ruolo

Come adulti e come educatori abbiamo il dovere di interrogarci sulle cause del barbaro omicidio di Emanuele per capire dove affondano le radici di tanta violenza, di tanta incapacit? di percepire un ragazzo di vent’anni come un proprio simile da non ferire in nome del vincolo di appartenenza alla medesima umanit?. Credo che all’origine di tutto ci sia sempre la rinuncia da parte del mondo adulto ad occuparsi dell’educazione dei giovani.

Famiglie incapaci di promuovere il benessere morale dei propri figli, la loro piena realizzazione, la possibilit? che divengano cittadini e membri attivi della societ? umana. Scuole che anzich? andare in crisi di fronte ai propri insuccessi educativi, puniscono, bocciano, escludono e generano dispersione ed emarginazione.

Una politica ipocrita e incapace di promuovere processi di rete virtuosi, assetata di potere e capace solo di fagocitare ogni risorsa pubblica per interessi privati. Chiesa locale e parrocchie che hanno ufficialmente rinunciato ad investire sugli oratori e sull’educazione dei giovani ripiegandosi su se stesse incuranti della progressiva disumanizzazione della societ?. Tanta efferatezza si pu? spiegare, a mio avviso, anche con l’uso di droghe, cocaina, crack ed altre sostanze eccitanti che fanno perdere ogni senno. Ovviamente ? un’ipotesi, pu? essere una spiegazione ma non certo una giustificazione.

Problema, quello della diffusione delle droghe, gravemente e colpevolmente sottovalutato nel nostro territorio. Questa violenza arrogante da piazza ? anche figlia di quella cultura gomorroide di quel Saviano che vorrebbe di corsa legalizzare le droghe. E poi ci lamentiamo che i giovani non hanno pi? valori? Ma chi ? che lavora quotidianamente per prevenire episodi come quello di Alatri? Chi ? che ? seriamente preoccupato del futuro dei nostri figli? Se abbiamo deciso che ognuno pensa a s? abbiamo fatto una scelta suicida per tutti. Ma dobbiamo anche interrogarci sulle conseguenze di quanto accaduto e questo ? un compito ancora pi? difficile. Dall’odio, dalla violenza nasce sempre altra violenza. Saremo capaci di spezzare questo circuito? Una punizione massima ed esemplare, che pure dovr? arrivare, sar? sufficiente a sanare le colpe?

Oggi non c’? solo una vita innocente distrutta, ce ne sono anche molte altre che non potranno mai pi? godere della bellezza della vita. Certo, per loro stessa colpa, ma comunque distrutti anche loro. In questo momento la parola pi? difficile da pronunciare ? perdono. Ma ? l’unica possibile. Spero che un giorno, quando gli assassini avranno pagato le loro colpe, avranno la possibilit? di incontrare i familiari di Emanuele e chiedere ed ottenere perdono. E chiudere la loro esperienza terrena avendo pagato i conti con la giustizia ma soprattutto con se stessi. Servir? anche ai familiari di Emanuele: il vuoto ? incolmabile ma la ferita pu? essere rimarginata con la medicina del perdono. Per quanto ci riguarda, da domani mattina, abbiamo il dovere di moltiplicare il nostro impegno per la promozione di stili di vita sani. Insieme a chi vorr? esserci. Chi vorr? esserci?

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Testimonianze

L’attenzione agli adolescenti e ai giovani non è solo un impegno sociale o politico, ma è la presa in carico di un progetto di vita. Un progetto che ha l’ambizione di costruire opportunità per i ragazzi e risposte ai loro bisogni. Ciò può avvenire solo mettendosi in ascolto del mondo giovanile. In questa ottica, tra i dieci Tavoli di lavoro tematici che il 30 giugno si confronteranno sulle politiche giovanili, particolare importanza riveste quello autogestito dai giovani: la grande adesione dei ragazzi dimostra la loro voglia di partecipazione.

Luigi Maccaro
Luigi Maccaro

Negli ultimi due anni alcune criticità del mondo giovanile che già erano presenti sono emerse con maggior intensità, perché il Covid ha fatto esplodere situazioni che prima erano silenti. Gli eventi organizzati da Exodus ci aiutano a riflettere, a fare il punto sulla nostra esperienza di professionisti al servizio delle persone più fragili. E sul tema del disagio giovanile abbiamo ancora tanta strada da fare. L’importante è farla insieme.

Vincenza Simeone
Vincenza Simeone

Sono Angela e faccio ormai parte di questa famiglia da più di 18 mesi. La comunità è la mia seconda casa, è davvero un posto stupendo… (altro…)

Angela
Angela

Vi rinnoviamo tutta la nostra stima, anche con questo articolo che mia figlia ha scritto sottolineando tutto ciò che di buono e di utile fate con passione per il bene comune e per il sociale! Con l’augurio di continuare sempre a fare del bene e fatto per bene come solo voi sapete fare.

Enrica
Enrica
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