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Dispersione scolastica: come il progetto Bussole la combatte dall'interno

Dispersione scolastica: come il progetto Bussole la combatte dall'interno

È possibile sintonizzarsi con i bisogni formativi dei ragazzi e delle ragazze a rischio di dispersione scolastica, in modo tale da “rimetterli in pista”? È possibile pensare una scuola più aperta, partner educativo essenziale ma non unico dell’accompagnamento all’età adulta dei ragazzi, che non escluda i più fragili – creando ulteriori disagi – e che contenga una proposta anche per loro? Da queste domande è nata l’idea del progetto “Bussole” arrivato oggi a metà del suo percorso
È possibile sintonizzarsi con i bisogni formativi dei ragazzi e delle ragazze a rischio di dispersione scolastica, in modo tale da “rimetterli in pista”? È possibile pensare una scuola più aperta, partner educativo essenziale ma non unico dell’accompagnamento all’età adulta dei ragazzi, che non escluda i più fragili – creando ulteriori disagi – e che contenga una proposta anche per loro? Da queste domande è nata l’idea del progetto “Bussole” arrivato oggi a metà del suo percorso.

In 14 poli divisi su tutto il territorio nazionale: Gallarate -VA; Milano; Verona; Bondeno -FE; Portoferraio -LI; Iesi – AN; Assisi; Cassino – FR; Agnone – IS-; Palagianello – TA; Rocca D’Evandro – CE; Policoro – MT; Cosenza e Caltanissetta. Su un obiettivo di 1000 ragazzi, di età compresa tra gli 11 e i 17 anni, da coinvolgere in 12 mesi in attività di accoglienza e rimotivazione, 120 in percorsi di gruppo e 500 in attività di laboratori crativi, “Bussole” ad oggi ha già superato le aspettative, riuscendo a raggiungere più di 1600 ragazzi per la prima, quasi 200 per la seconda e più di 500 nella terza azione prevista da progetto.
Con il sostegno e la collaborazione delle scolastiche e i servizi sociali territoriali collegati al progetto, inoltre, ha intrapreso percorsi di accompagnamento e orientamento con più di 100 nuclei famigliari.

Lo strumento principale che stanno utilizzando gli educatori di Exodus è la proposta di una didattica attiva ed esperienziale attraverso la realizzazione di laboratori creativi (musica, teatro, danza, cucina) per una scuola aperta anche nella fascia pomeridiana, che aiuti i ragazzi a vivere costruttivamente il proprio tempo libero e a sperimentare la scuola come punto di riferimento positivo.

Tutto il progetto si sviluppa su differenti piani d’intervento: Il primo livello, più generico, ha come destinatari tutti gli alunni e si esercita attraverso un’azione didattica quotidiana e ordinaria, svolta principalmente all’interno della classe, attenta a motivare, responsabilizzare, accompagnare, sostenere il gruppo e i singoli alunni.
Il secondo livello di intervento invece è più specifico, e ha come oggetto le difficoltà che impediscono a singoli alunni di portare avanti positivamente il rapporto con i diversi compiti educativi che la scuola pone.

Anche il livello specifico chiama in causa gli istituti scolastici di ordine e grado (23 istituti sul territorio nazionale), ma la necessità di intervento aumenta con il crescere dell’esperienza scolastica. È chiamato in causa un terzo livello, specialistico, che metta in atto interventi altamente personalizzati, costruiti sia nella forma organizzativa – immaginando contesti diversi dalla classe di appartenenza, – sia nella forma didattica, “perché – afferma Franco Taverna, Responsabile Nazionale del Progetto – questi ragazzi possano acquisire almeno il livello minimo delle competenze richieste e possano ricostruire la fiducia nelle loro capacità. Il livello specialistico investe in modo particolare la scuola secondaria di I grado e il primo biennio del sistema di istruzione secondaria di II grado e di formazione professionale”.

“Realizzare azioni di contrasto della dispersione scolastica – continua Taverna – ha come obiettivo ultimo quello di favorire il potenziamento dell’autostima, della motivazione allo studio, della capacità di risolvere i problemi, dell’educazione al rischio responsabile e alla gestione costruttiva dei sentimenti. E questo può avvenire solo coinvolgendo in maniera strutturata le diverse tipologie di stakeholders, e non solo gli studenti, presenti nei territori di riferimento al fine di trasformare i nuclei di disagio in spinta per la creazione di presidi educativi stabili diventa di importanza primaria”.

Il Progetto “Bussole” è realizzato da Fondazione Exodus con il contribuito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale del Terzo Settore e della Responsabilità sociale delle Imprese.

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Testimonianze

L’attenzione agli adolescenti e ai giovani non è solo un impegno sociale o politico, ma è la presa in carico di un progetto di vita. Un progetto che ha l’ambizione di costruire opportunità per i ragazzi e risposte ai loro bisogni. Ciò può avvenire solo mettendosi in ascolto del mondo giovanile. In questa ottica, tra i dieci Tavoli di lavoro tematici che il 30 giugno si confronteranno sulle politiche giovanili, particolare importanza riveste quello autogestito dai giovani: la grande adesione dei ragazzi dimostra la loro voglia di partecipazione.

Luigi Maccaro
Luigi Maccaro

Negli ultimi due anni alcune criticità del mondo giovanile che già erano presenti sono emerse con maggior intensità, perché il Covid ha fatto esplodere situazioni che prima erano silenti. Gli eventi organizzati da Exodus ci aiutano a riflettere, a fare il punto sulla nostra esperienza di professionisti al servizio delle persone più fragili. E sul tema del disagio giovanile abbiamo ancora tanta strada da fare. L’importante è farla insieme.

Vincenza Simeone
Vincenza Simeone

Sono Angela e faccio ormai parte di questa famiglia da più di 18 mesi. La comunità è la mia seconda casa, è davvero un posto stupendo… (altro…)

Angela
Angela

Vi rinnoviamo tutta la nostra stima, anche con questo articolo che mia figlia ha scritto sottolineando tutto ciò che di buono e di utile fate con passione per il bene comune e per il sociale! Con l’augurio di continuare sempre a fare del bene e fatto per bene come solo voi sapete fare.

Enrica
Enrica
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