Tiratori scelti? con l’arco!
Exodus e i mille strumenti di lavoro con i ragazzi diversamente abili. Articolo di Alessandra Malaggese
I bersagli sono pronti, gli arcieri hanno la faretra piena di frecce.?Siamo a Cassino, all?interno della comunit? di Exodus dove per la prima volta…
I bersagli sono pronti, gli arcieri hanno la faretra piena di frecce.?Siamo a Cassino, all?interno della comunit? di Exodus dove per la prima volta ?un evento sportivo del tutto innovativo ? stato organizzato in collaborazione con l?associazione FITARCO A.S.D. di Isola del Liri rappresentata dal Signor Davide Sperduti.
Exodus e i mille strumenti per il lavoro con i disabili
I veri protagonisti dell?iniziativa sono i ragazzi speciali che frequentano la fondazione.
Il progetto ha visto la luce a seguito di un?attenta e pi? dettagliata pianificazione delle attivit? previste per l?avvio del nuovo anno da un gruppo di operatori esperti che quotidianamente indirizzano il loro lavoro a favore di ragazzi con disturbi cognitivi medio ? gravi.
La scelta da parte della fondazione di introdurre al proprio interno tale materia nasce dalla constatazione che il tiro con l?arco si prefigura come ? l’unica disciplina che pu? far gareggiare atleti disabili e non insieme in un’unica classifica, sotto un unico regolamento dove non esiste la bench? minima dissonanza tra chi pu? e chi non pu?, dove non conta finalmente l?esistenza di differenze fisiche o cognitive e dove soprattutto l?utopica abolizione di ogni barriera, pu? essere realizzata; ogni limite percettivo pu? essere superato essendo esso uno sport per tutti.
L? impegno di ogni atleta, sia esso pur disabile, ? comune a tutti gli altri atleti, e il suo sudore ? uguale a quello degli altri, l?unica differenza ? dettata dalla forza di volont? e dalla bramosia di affermazione, doti queste che non presentano alcun riscontro di carattere fisico.
Il Tiro con l?Arco si dimostra il terreno di gara pi? aperto e disponibile all?integrazione tra le varie tipologie di atleti siano essi abili che non, senza alcuna discriminazione e, soprattutto, ?con l?affermazione di valori umani ?ed atletici che prescindono dall?uso di una carrozzina o del proprio corpo. Non a caso, prendono parte a tale iniziativa anche gli altri utenti collocati all?interno della fondazione Exodus che presentano problematiche diverse dalla disabilit?.
Da questo confronto ogni atleta impara il valore di una competizione che per? ha le caratteristiche di essere sana, sportiva e non conflittuale.
Durante le lezioni di tiro con l?arco l?istruttore ha ritenuto opportuno sperimentare l?utilizzo di ulteriori strumenti di precisione quali fra tutti le freccette e la cerbottana, quest?ultimo tipico dispositivo da caccia utilizzato nell?antichit? per lanciare palle di terra contro gli uccelli ora rivisitato ed adattato per scagliare frecce inserite all?interno attraverso l?emissione del fiato; l?utilizzo di ulteriori tecniche ? stato dettato dalla volont? di individuare lo strumento pi? idoneo e confacente alle attitudini dei partecipanti. Con notevole sorpresa si ? constatato che uno dei nostri ragazzi speciali, pur non essendosi mai cimentato nell?uso della cerbottana riusciva, fin dal primo tentativo, a centrare il bersaglio.
Tuttavia, la tecnica di tiro che ha riscosso maggior consenso tra i partecipanti ? stato il tiro con l?arco.
Avete mai provato a tirare una freccia con un arco?
Beh io si, e vi assicuro che la sensazione che si prova da quell?atto, dal preciso istante in cui le dita tendono la corda e la freccia scocca verso il bersaglio ? di pura ed incontrollata libert?; ? come se in quel momento tutte le tue frustrazioni, le tue paure siano proiettate sul quel bersaglio, sul centro di esso e una volta colpito l?inebriante sensazione di catarsi ti percuote il corpo e ti vibra dentro con la stessa intensit? con cui vibra la corda che una volta tesa tende a ritrovare la staticit? iniziale.
Questa percezione si legge negli occhi dei nostri ragazzi quando, circondati dagli applausi degli spettatori, colpiscono il bersaglio, non importa se nel suo centro, perch? quello che pi? conta ? sentirsi partecipi di un gioco, perch? di gioco per loro si tratta, in cui anche i loro amici non speciali prendono parte e quegli applausi per loro hanno lo stesso valore e la stessa intensit? di un tifo che si fa quando si va allo stadio ad assistere alla partita disputata dalla propria squadra del cuore.
L?entusiasmo ? alle stelle e alla fine della lezione ogni ragazzo ci chiede con insistenza quando ci sar? il prossimo incontro con l?istruttore. Ognuno vuole provare e con difficolt? si riesce a contenere la loro foga nel fare uno o pi? tentativi; uno di questi ragazzi si rivolge a me e con gli occhi colmi di quella luce che solo la curiosit? di evento nuovo pu? dare mi urla a squarcia gola che ce la far?, che diventer? un campione temibile, il pi? bravo fra tutti nel tiro con l?arco.
Io ci credo, tutti noi ci crediamo e nell?attesa che ci? accada viviamo con loro le gioie, le vittorie e perch? no, anche le sconfitte di questa nuova e incredibile avventura.
Alessandra Malaggese